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San Paolo di Tarso

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Messaggio  colomba Sab Nov 08, 2008 1:28 pm

è doveroso mettere qualche notizia su di lui

Paolo (o Saulo) di Tarso, più noto come San Paolo (Tarso, 5-10 d.C.[2] – Roma, 64-67[3]), è stato l'«apostolo dei Gentili»[4], ovvero il principale (sebbene non il primo[5]) missionario del Vangelo di Gesù tra i pagani greci e romani. Secondo i testi biblici, Paolo era un ebreo che godeva della cittadinanza romana. Sebbene a lui coevo, non conobbe direttamente Gesù e, come tanti connazionali, avversava la neo-istituita Chiesa cristiana, arrivando a perseguitarla direttamente. Sempre secondo la narrazione biblica, un giorno, mentre si recava da Gerusalemme a Damasco per perseguitare i cristiani della città, venne accecato dalla luce solare e sulle sue palpebre si formarono come delle squame.Fu inoltre subito dopo chiamato da Gesù risorto, che gli apparve lungo il cammino, e iniziò a predicare il Cristianesimo.

Come gli altri missionari cristiani, si rivolse inizialmente agli Ebrei, ma in seguito si dedicò prevalentemente ai «Gentili». I territori da lui toccati nella predicazione itinerante furono inizialmente l'Arabia (attuale Giordania), quindi soprattutto la Grecia e l'Asia minore (attuale Turchia). Il successo di questa predicazione lo spinse a scontrarsi con alcuni cristiani di origine ebraica, che volevano imporre ai pagani convertiti l'osservanza dell'intera legge religiosa ebraica, in primis la circoncisione. Paolo si oppose fortemente a questa richiesta, e, con il suo carattere energico e appassionato, riuscì vittorioso. Fu fatto imprigionare dagli Ebrei a Gerusalemme con l'accusa di turbare l'ordine pubblico. Appellatosi al giudizio dell'imperatore – come era suo diritto, in quanto cittadino romano –, fu condotto a Roma, dove venne tenuto per alcuni anni agli arresti domiciliari, riuscendo a continuare la sua predicazione. Venne decapitato probabilmente attorno al 64-67, durante la persecuzione di Nerone.

L'influenza storica di Paolo nell'elaborazione della teologia cristiana è stata enorme: mentre i vangeli si limitano prevalentemente a narrare parole e opere di Gesù, sono le lettere paoline che definiscono i fondamenti dottrinali del valore salvifico della sua incarnazione, passione, ******* e risurrezione – ripresi dai più eminenti pensatori cristiani dei successivi due millenni. Per questo alcuni studiosi contemporanei lo hanno identificato come il vero fondatore del Cristianesimo.



questa è solo una piccola introduzione: + cose aggiungete meglio è!!!!
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Messaggio  Lucy Mar Dic 02, 2008 6:46 pm

SAULO


Saulo (nome greco) nasce verso il 10 d.C. a Tarso, una città che si trovava nell’attuale Turchia. Figlio di farisei, aveva da giovane studiato a Gerusalemme divenendo – alla scuola di Gamaliele - fariseo osservante, fino a perseguitare la Chiesa nascente, ritenuta una setta da devastare.
Di mestiere era fabbricatore di tende (termine generico per indicare quella stoffa a vario uso che, per essere intessuta di peli di capre della Cilicia, veniva chiamata cilicium).
Mentre si recava a Damasco (forse verso l’anno 35) con un drappello di seguaci e lettere commendatizie del sinedrio per aggredire e molestare i cristiani di quella città, che egli considerava apostati del giudaismo, è colpito da una folgorazione improvvisa: Gesù gli si manifesta e lo chiama a portare il Vangelo tra le genti.
Da quel momento incomincia per Saulo una vicenda epica che lo porterà ripetutamente per mari, monti e deserti in tutto l’arco del Mediterraneo orientale e culminerà a Roma nel martirio. (I fatti sono raccontati dall’evangelista Luca negli Atti degli apostoli e nelle lettere di Paolo).
In poco tempo, con mezzi poveri e poche persone compie un’azione che ancora oggi è inspiegabile: il Vangelo dall’Asia Minore giunge in Europa e viene detto in linguaggio adatto alle culture che egli incontra, mettendole in contatto con Cristo Gesù.


PAOLO


Viaggiando lungo le vie dell’impero adotta un secondo nome dal suono più latino: Paolo. In eredità ha infatti ricevuto un diritto che molti gli invidiano: la cittadinanza romana. Lo sa sfruttare, sapientemente, in diverse occasioni, per non farsi mettere i piedi sulla testa e per presentarsi, quando Dio lo ritiene opportuno, davanti alla massima autorità dell’impero: l’Augusto Nerone.
Dopo la conversione, il centro del messaggio di Paolo è Cristo, il quale gli starà sempre davanti agli occhi e nel cuore. Vita, luce, sapienza, salvezza, norma di vita, “acqua viva”, fonte di grazia e di giustificazione, asse della comunicazione divina con gli uomini, principio creatore dell’universo, cardine di sussistenza, centro di attrazione e di convergenza di tutte le creature, principio di unificazione e di riconciliazione di tutti gli uomini, archetipo dell’umanità futura, germe interiore di vita nuova e sovranità sulla storia, oggetto delle promesse date ai padri e dell’attesa escatologica: tutto per san Paolo si concentra in Cristo, “Figlio di Dio secondo lo Spirito”.
Per Paolo il Vangelo non è uno scritto, ma una persona viva dentro di sé: Gesù di Nazareth.


APOSTOLO: concetto chiave


Sebbene inizialmente ci fossero soltanto dodici apostoli, la parola assunse ben presto il significato più ampio che aveva in greco: “inviato”. Si usò per leader importanti, come Barnaba e Paolo, quando venivano mandati in viaggi missionari, e fu fondamentale per la crescita della chiesa (Efesini 4,11-13).
Nella storia della chiesa agli apostoli sono succeduti i vescovi che, mediante lo Spirito Santo che è stato loro donato, sono costituiti pastori, maestri di dottrina, sacerdoti, ministri del governo.


STRATEGIA MISSIONARIA DI PAOLO
-

Sebbene sia apostolo dei gentili (non ebrei), predica sempre innanzi tutto agli ebrei.
- Fa un lavoro “di squadra” con persone come Barnaba, Marco, Sila, e altri.
- Si reca in importanti capoluoghi di provincia situati su rotte commerciali, in grado quindi di influenzare un’intera regione.
- Usa metodi diversi (predicazione, discussione delle Scritture, dibattiti filosofici) per comunicare la buona notizia di Gesù.
- Rende culturalmente rilevante il Vangelo senza cambiarne il messaggio essenziale.

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Messaggio  Lucy Mar Dic 02, 2008 6:54 pm

Ne conosciamo 13. Si tratta di scritti occasionali che maturano come risposte a problemi presenti nelle comunità (dove Paolo si era recato o si recava); vere e proprie riflessioni teologiche; semplici biglietti.
Alcune “lettere” nascono in un contesto di prigionia, altre sono destinate a una precisa persona e toccano questioni essenzialmente pastorali.
Attraverso questi scritti Paolo pensava, semplicemente, di mantenere i contatti con le Chiese e i loro capi, istruendoli, incoraggiandoli e spronandoli.
Gli scritti di Paolo non vengono redatti di getto, ma sono il frutto di una attenta riflessione. In certi casi la trama narrativa viene eseguita con particolare cura, valorizzando le arti retoriche e le strategie narrative diffuse nel I secolo.

Destinatari delle Lettere di Paolo:

Romani: scritta a Corinto nel 57-58 d.C. in occasione del suo terzo viaggio. La lettera ai Romani contiene la sintesi più esauriente (anche se non completa) dell’interpretazione di Paolo del messaggio cristiano, in preparazione della sua visita a Roma. Con argomentazioni coerenti, dimostra come le promesse fatte da Dio ad Abramo siano state mantenute e come i gentili (non ebrei e pagani)) partecipino a quelle promesse: non attraverso l’osservanza della legge ebraica, ma semplicemente attraverso la fede che era, dice Paolo, il modo in cui Dio aveva sempre trattato con gli uomini.

1Corinzi: scritta da Efeso nel 54-56 d.C. durante il suo terzo viaggio, è la risposta di paolo a notizie inquietanti: la chiesa era nel caos. Le fazioni abbondavano; i componenti si citavano in giudizio vicendevolmente; l’immoralità era diffusa; la Cena del Signore era occasione di ubriachezza e ingordigia e si abusava dei doni speciali dati dallo Spirito Santo per edificare la chiesa. Paolo doveva essere disperato, ma la chiave di tutto era l’amore per gli altri (capitolo 13).
2Corinzi: La prima lettera di Paolo non aveva risolto i problemi e la sua visita aveva peggiorato le cose. Anche qui offre pagine indimenticabili, soprattutto difende fermamente la sua autorità apostolica. E’ datata, probabilmente, tra l’estate e l’autunno del 57 d.C.

Galati: In questa dura lettera Paolo scrive che la chiesa ha abboccato alla menzogna che si dovesse diventare ebrei prima di poter essere cristiani. Paolo rimprovera energicamente questo errore, indicando Gesù che, dice, ci salva tutti attraverso la fede. Questa lettera è stata scritta probabilmente prima del Concilio di Gerusalemme del 50 d.C., il che ne fa una delle prime lettere del Nuovo Testamento.

Efesini: Scritta intorno al 60 d.C. da Roma, era probabilmente una circolare, dal momento che il manoscritto antico più affidabile omette le parole “in Efeso” (Efesini 1,1) e la lettera non contiene riferimenti personali, nonostante Paolo conoscesse bene quella chiesa. Scrive, in primo luogo che la ******* di Gesù fa parte del progetto divino sin dall’inizio e che è solo attraverso Gesù che tutto ha senso e, in secondo luogo, dimostra come i cristiani possano tradurre ciò nella vita pratica quotidiana.

Filippesi: Scritta da Roma intorno al 60-62 d.C., questa lettera gioiosa ringrazia la chiesa per i doni inviati durante gli arresti domiciliari di Paolo. Egli aveva fondato quella chiesa, la sua prima in Europa, da più di dieci anni. La lettera è completamente incentrata su Gesù e contiene una bella descrizione di come il Figlio di Dio sia diventato uomo (Filippesi 2,5-11).

Colossesi: Scritta insieme alla lettera agli Efesini (con la quale presenta molte affinità), questa epistola affronta le eresie che si erano insinuate nella chiesa, soprattutto le credenze relative a Gesù. Persone che ritenevano di avere speciali intuizioni segrete e sostenevano che certe regole religiose avrebbero aiutato gli altri a crescere spiritualmente distoglievano i credenti dalla fede nel solo Gesù. Paolo però scriveva che, se Cristo era totalmente Dio, non c’era bisogno di nient’altro e nessun altro.

1 e 2 Tessalonicesi: Paolo era stato scacciato da Tessalonica durante il suo secondo viaggio, perciò non aveva avuto il tempo di fondarvi una chiesa. Incoraggiato dalle buone notizie riferitegli da Timoteo, scrisse queste due lettere (intorno al 50-51 d.C.) per incoraggiarli ad andare avanti. Entrambe le lettere concentrano l’attenzione sul ritorno di Gesù perché i Tessalonicesi erano preoccupati per quanti erano morti prima di questo ritorno.

1 e 2 Timoteo: Queste lettere, dette “pastorali”, sono indirizzate al collaboratore che Paolo aveva preso con sé quand’era un adolescente appena convertito e sono piene di consigli pratici su come guidare una chiesa e sull’importanza della vita e del carattere di un individuo. La prima lettera è stata scritta dopo la liberazione dagli arresti domiciliari a Roma, intorno al 62 d.C., e la seconda durante la sua ultima prigionia, quando sapeva di essere prossimo alla fine. Timoteo fu a capo della chiesa di Efeso per molti anni.

Tito: Paolo aveva lasciato Tito a guidare la chiesa di Creta durante una visita successiva al suo rilascio dagli arresti domiciliari. La lettera contiene istruzioni pratiche per un saggio governo della chiesa.

Filemone: Questa breve lettera esorta Filemone a riprendere con sé Onesimo, uno schiavo fuggitivo che aveva conosciuto Paolo e si era convertito al cristianesimo. Paolo gli chiede di offrire a Onesimo una seconda occasione, proprio come Gesù l’aveva concessa allo stesso Filemone. Paolo non poteva cambiare la struttura sociale della schiavitù, ma poteva iniziare a minarne le fondamenta.

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San Paolo di Tarso Empty I viaggi di san Paolo

Messaggio  Lucy Mar Dic 02, 2008 7:00 pm

La seconda metà degli Atti degli Apostoli descrive tre grandi viaggi compiuti da Paolo, nel corso dei quali fondò alcune chiese in territori nuovi. Un quarto viaggio, a Roma, derivò dal fatto che Paolo era stato portato dinanzi alle autorità e aveva preteso, come cittadino romano, di appellarsi a Cesare (Atti 25,10-11).

Tappe:

Antiochia: la base da cui Paolo inizia i suoi viaggi.

Cipro: dove abita Barnaba, è la prima tappa del primo viaggio di Paolo: qui predica nelle sinagoghe ebraiche di tutta l’isola e dimostra la potenza di Dio (At 13,4-12).

Antiochia di Pisidia: Paolo e Barnaba sono accolti con reazioni contrastanti dagli ebrei, perciò decidono di predicare ai gentili [= non ebrei] (At 13,14-52). Paolo tornerà qui e nelle città circostanti in occasione del suo secondo e terzo viaggio (At 15,40 – 16,5;18,23).

Listra: Dopo una spettacolare guarigione nel corso del primo viaggio, Paolo e Barnaba sono considerati dèi, ma alcuni ebrei di Antiochia li prendono a sassate e li abbandonano fuori della città credendoli morti (At 14,8-20). In occasione del suo secondo viaggio Paolo conosce qui Timoteo, probabilmente ancora adolescente, e lo prende con sé (At 16,1-3).

Gerusalemme: Contrastati da giudeo-cristiani (i quali credevano che tutti i convertiti dovessero obbedire alla legge ebraica), Paolo e Barnaba si recano a Gerusalemme al termine del loro primo viaggio per spiegare ciò che Dio ha fatto (At 15,1-35). Paolo vi ritorna alla fine del suo terzo viaggio per riferire altre notizie e presentare le offerte che ha raccolto, ma gli ebrei dell’Asia fomentano una rivolta che porta al suo arresto, al processo e al viaggio a Roma (At 22-28 ).

Troade: Durante il suo secondo viaggio, Paolo una notte ha la visione di un uomo che li invita in Macedonia a partono immediatamente (At 16,6-10), portando il Vangelo in Europa. Durante il suo terzo viaggio, Paolo risuscita Eutico che si era addormentato durante uno dei suoi discorsi ed era caduto dalla finestra su cui sedeva (At 20,7-12).

Filippi: In occasione del secondo viaggio, alla sua predicazione, accolta con molto favore, fa seguito una notte in prigione dopo che la liberazione di una schiava da uno spirito maligno aveva provocato una rivolta; un terremoto porta la libertà a Paolo e Sila e la fede al carceriere e alla sua famiglia (At 16,11-40).

Tessalonica: tre settimane di predicazione coronata dal successo tra ebrei e greci durante il secondo viaggio provocano un’altra rivolta e Paolo e Sila debbono lasciare la città di notte (At 17,1-10).

Atene: nel corso del suo secondo viaggio Paolo predica sia nelle sinagoghe a ebrei e greci timorati di Dio, sia nel mercato a chiunque voglia stare ad ascoltarlo. Nella stoa porticata, sede dell’Areopago, disquisisce con filosofi stoici ed epicurei (At 17,16-34).

Corinto: Paolo vi rimane per diciotto mesi in occasione del suo secondo viaggio, fondando la chiesa che, in futuro, gli dà parecchi problemi (At 18,1-17). Questioni che non si possono risolvere per iscritto lo riportano brevemente qui nel corso del suo terzo viaggio, visita cui fa riferimento nelle sue lettere.

Efeso: in occasione del suo secondo e terzo viaggio Paolo visita Efeso, la principale città commerciale dell’Asia Minore, dove sorgeva il tempio di Artemide (Diana), una delle sette meraviglie del mondo antico. La sua predicazione, vista come una minaccia per l’economia associata al tempio, provoca una rivolta e i suoi compagni di viaggio sono trascinati in questo teatro, che offriva ben 24.000 posti a sedere (At 19,23-41). L’amore di Paolo per la chiesa del luogo è evidente nel discorso di commiato che rivolge agli anziani (At 20,17-38 ).

Cesarea: venuto a conoscenza di un complotto contro la vita di Paolo, il comandante romano lo trasferisce a Cesarea, dove trascorre in prigione i due anni successivi (At 23,12-24,27). Alla fine, Paolo, al limite della sopportazione, si appella a Cesare (At 25,1-26,32).

Verso Roma: Paolo viene portato a Roma, ma fa naufragio presso Malta. Paolo, comunque, sfrutta anche questa occasione per predicare il Vangelo (At 27,13-28,10).
Gli Atti degli Apostoli si concludono con lui agli arresti domiciliari a Roma che annuncia “il regno di Dio” e insegna “le cose riguardanti il Signore Gesù cristo, con tutta franchezza e senza impedimento” (At 28,31).

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San Paolo di Tarso Empty I suoi collaboratori

Messaggio  Lucy Mar Dic 02, 2008 7:08 pm

In genere Paolo viene descritto come un predicare solitario, un missionario autonomo, un apostolo indipendente, dimenticando che egli è stato un grande uomo di relazioni, un apostolo capace di guadagnare, coinvolgere, ascoltare collaboratori sempre nuovi alla causa del Vangelo. Minimizzare il team missionario di Paolo, equivale a perdere una sfumatura preziosa del suo volto. È bene, quindi, far conoscenza di alcuni componenti di questo team.

Andronico e Giunia. Residenti a Roma e parenti dell’Apostolo, Andronico e Giunia sono probabilmente marito e moglie. Paolo sottolinea che entrambi sono diventati cristiani prima di lui e li chiama “apostoli insigni”. E significativo che una donna venga qualificata con tale titolo che ne fa una protagonista dell’evangelizzazione. Entrambi sono menzionati nei saluti della lettera ai Romani (16,7).

Apollo. Personalità dinamica, Apollo viene considerato un giudeo di Alessandria, formato alla scuola di Giovanni Battista. Esperto della Torah, con abilità oratorie non indifferenti, fu “catechizzato” a Efeso da Aquila e Priscilla e inviato a Corinto dove svolse una lunga missione, divenendo una figura autorevole. Spesso identificato con l’autore della lettera agli Ebrei, Apollo nella storia del primo cristianesimo, resta una figura dalle tinte sfuocate, un uomo di talento, capace di affascinare ma anche di creare tensioni nelle comunità in cui opera.

Aquila e Priscilla (o Prisca).
Questa coppia di sposi riveste un ruolo di primo piano nell’apostolato di Paolo. Prezioso punto di riferimento per l’Apostolo, essi seguono da vicino non solo il delicato caso di Apollo, ma anche la non facile comunità di Efeso. Espulsi da Roma in seguito a un editto dell’imperatore Claudio, si rifugiano a Corinto dove prestano ospitalità e offrono lavoro a Paolo. In Rm 16,3-8 Paolo indirizza ai due sposi parole colme di riconoscenza: pur di salvargli la vita, essi non hanno esitato a mettere a rischio le loro teste. La chiesa li ricorda l’8 luglio.

Aristarco. Compagno di prigionia di Paolo (Col 4,10), Aristarco sembra essere originario della Macedonia, convertito a Tessalonica. Partecipa al terzo viaggio missionario in Macedonia, Grecia, Asia, Gerusalemme. È collaboratore di Paolo a Efeso dove, insieme a Gaio, subisce il linciaggio della folla durante la sommossa degli orefici (At 19,29; Fm 24). È al fianco dell’Apostolo nel viaggio da Gerusalemme a Roma (At 27,2).
La chiesa lo ricorda il 4 agosto.

Barnaba. Venerato fin dai primi secoli con il titolo di apostolo, è il primo maestro cristiano di Paolo: lo presenta al collegio apostolico, lo va a cercare a Tarso, lo avvia alla missione. Con lui condivide il primo viaggio missionario a Cipro, sua patria, in Licaonia e in Pisidia. Dopo il confronto con “le colonne” a Gerusalemme e, probabilmente in seguito all’incidente di Antiochia (Gal 2,11-14), si separa da Paolo (At 15,36-39), dedicandosi all’annuncio del Vangelo a Cipro dove, secondo la Tradizione, il suo corpo viene lapidato e bruciato. Una leggenda dell’VIII secolo lo presenta come fondatore della comunità cristiana di Roma e primo vescovo di Milano.
La chiesa lo ricorda l’11 giugno.

Dema. Citato nei saluti della lettera ai Colossesi e in quella a Filemone, Dema è stato a lungo un collaboratore fidato di Paolo. Un giorno però decide di lasciarlo (2Tm 4,10). Quali i motivi? Forse Dema ne ha abbastanza della povertà paolina o forse viene preso dal timore di un amaro destino prevedendo, non a torto, condanne e persecuzioni. Leggende successive ne fanno un uomo infido e intrigante, che finisce la sua vita come un apostata.

Epafra. Convertito di Colossi, fu ministro di questa comunità insieme a Paolo (Col 1,7-8 ) e suo compagno di prigionia a Efeso (Fm 23). Secondo alcuni, mentre Paolo operava a Efeso, sotto la sua guida, egli evangelizzò le comunità di Colossi, Gerapoli e Laodicea. Visitando Paolo prigioniero a Roma, lo avrebbe informato circa l’andamento delle comunità, spingendo l’Apostolo a scrivere la lettera ai Colossesi. La chiesa lo ricorda il 19 luglio.

Epafrodíto. Probabilmente originario di Filippi (Fil 2,25; 4,13), portò un aiuto economico all’Apostolo prigioniero a Roma. Qui si ammalò, forse a causa del lungo viaggio affrontato da Filippi a Roma. Nella lettera ai Filippesi viene citato come esempio di dedizione all’apostolato, compagno di lavoro e di lotta, modello di fedeltà al Vangelo fino a rasentare la ******* (Fil 2,25-30).

Erasto. Convertito di Corinto, viene presentato da Paolo come il “tesoriere della città” (Rm 16,23). Raggiunge l’Apostolo a Efeso, e insieme a Timoteo viene inviato in Macedonia per preparare la missione di Paolo. Quando quest’ultimo sarà trasferito a Roma, Erasto rimane a Corinto (2Tm 4,20). Un’iscrizione trovata negli scavi archeologici della città riporta: “Erasto fece pavimentare questa strada a sue spese durante la sua nomina a responsabile dei lavori pubblici”. Si tratta della medesima persona? Difficile rispondere…

Fílemone. Collaboratore di Paolo e destinatario dell’omonima lettera, Filemone è un convertito di Colossi che mette la propria casa a disposizione della comunità. Marito di Appia, di condizione agiata, è proprietario di schiavi. Tra questi figura Onesimo, il “figlio” che Paolo ha generato in catene (Fm 10).

Giasone. Presentato come “mio parente” da Paolo, nel momento in cui viene redatta la lettera ai Romani, risiede a Corinto (Rm 16,21). Forse va identificato con l’uomo che, in precedenza, aveva accolto Paolo e Sila a Tessalonica, dando loro ospitalità e facendo della propria casa l’epicentro dell’evangelizzazione. Accusato di “favoreggiamento” dai giudei ostili a Paolo, fu trascinato davanti ai politarchi della città e obbligato a pagare una cauzione (At 17,1-9).

Giovanni Marco. Figlio di una delle prime donne cristiane, di nome Maria, che ospitava nella sua casa la piccola comunità degli inizi, Giovanni Marco viene identificato come l’autore del secondo Vangelo. È cugino di Barnaba (Col 4,10) ed è al fianco di Paolo e dello zio nel primo viaggio missionario. A un certo punto, però, forse per timore o per le fatiche legate al viaggio, decise di “rientrare alla base”. La cosa non piace a Paolo e la sua defezione sarà causa del contrasto tra questi e Barnaba in At 15,36-40. Dopo parecchi anni lo ritroviamo al fianco di Paolo, prima ad Efeso e poi nella prigionia romana (2Tm 4,11). La tradizione lo vede operante ad Alessandria fino al 62 d.C. e, successivamente, a Roma con Pietro, dalla cui viva testimonianza avrebbe attinto il contenuto del suo Vangelo. La chiesa lo ricorda il 25 aprile.

Lidia. È una donna benestante, appartenente al gruppo dei proseliti, menzionata nei soli Atti degli Apostoli. Una figura emblematica che, sfidando i costumi del tempo, svolge un lavoro “maschile” (il commercio della porpora) e “manda avanti la ditta”. Originaria di Tiatira, con molta probabilità, fu punto di riferimento della comunità cristiana di Filippi, che Paolo ricorderà sempre per la generosa ospitalità (Fil 1,5; 4,10).
La chiesa la ricorda il 20 maggio.

Luca. Inseparabile discepolo dell’Apostolo, Luca tra i quattro evangelisti è l’unico non ebreo, primizia dell’apertura della prima comunità al mondo pagano. Negli Atti partecipa da vicino ai viaggi missionari di Paolo: si imbarca con lui a Troade, durante il secondo viaggio missionario e resta con Paolo fino alla sua partenza da Filippi (16,10-40); è nuovamente al suo fianco alla fine del terzo viaggio missionario, lungo il cammino che dalla Macedonia conduce a Gerusalemme. Due anni più tardi si imbarcherà con lui affrontando il lungo e travagliato viaggio che da Cesarea porterà l’Apostolo a Roma. II discepolo viene identificato con il “caro medico” citato in Col 4,14; Fm 24; 2Tm 4,11. La chiesa lo ricorda il 18 ottobre.

Onesiforo. Discepolo originario dell’Asia, ha un importante ruolo nel momento in cui Paolo, a Efeso, viene fatto prigioniero (2Tm 1,16.18 ). Poco prima del martirio dell’Apostolo, è al suo fianco a Roma (2Tm 1,17). La letteratura apocrifa lo presenta come un amico di Tito, marito di una donna di nome Lectra. I due coniugi avrebbero messo generosamente la propria casa a disposizione della comunità, facendone una chiesa domestica. La chiesa lo ricorda il 6 settembre.

Onesimo. Convertitosi durante una delle esperienze di prigionia dell’Apostolo, Onesimo viene definito dall’Apostolo il “mio figlio generato nelle catene” (Fm 10). Schiavo di Filemone, era fuggito, in circostanze poco chiare, dal suo padrone. Paolo lo adotta come prezioso messaggero e invita Filemone al perdono. La tradizione identificherà Onesimo con uno dei primi vescovi di Efeso. Ignazio di Antiochia, dopo averlo incontrato, lo descrive come un uomo di “indicibile carità”. La chiesa lo ricorda il 15 febbraio.

Sila. Noto anche come Silvano (suo nome latino), è il grande compagno dell’Apostolo lungo il secondo viaggio missionario. Insieme a Paolo e Timoteo, Sila è il mittente di 1-2Ts, personalità di mediazione, scelta dalla stessa comunità madre di Gerusalemme per risanare le tensioni tra giudeo-cristiani e pagano-cristiani. Con molta probabilità fu al fianco di Pietro durante l’attività di quest’ultimo nella capitale (1Pt 5,12).
Nel Martirologio Romano Sila viene ricordato il 13 luglio.

Stefana. È il primo convertito della chiesa di Corinto, battezzato dallo stesso Paolo insieme con la sua famiglia (ICor 1,16). Uomo di condizione agiata, mette la propria casa a disposizione della comunità (1Cor 16,15). Insieme ad Acaico e a Fortunato, visita Paolo, mentre questi si trova ad Efeso. L’Apostolo lo presenta come un esemplare collaboratore (1Cor 16,16-18 ).

Tichico. “Caro fratello, ministro fedele, mio compagno nel servizio del Signore”. Con questi termini Paolo presenta Tichico ai credenti di Colossi. Corriere per le Chiese dell’Asia, lavora al fianco di Onesimo. Con molta probabilità ha accompagnato Paolo da Efeso in Macedonia, poi a Gerusalemme e forse anche a Roma. Secondo Tt 3,12 fu con Paolo a Nicopoli da dove partì alla ricerca di Tito.

Timoteo. Di madre giudea e di padre greco, Timoteo fece parte del secondo e del terzo “team missionario”. Paolo lo sottopone alla circoncisione per evitargli spiacevoli inconvenienti da parte dei giudei nell’attività missionaria. È al suo fianco in momenti delicati e viene espressamente chiamato a Roma dall’Apostolo, durante la sua ultima prigionia. “Vero figlio nella fede” (1Tm 1,2), Paolo lo presenta ai cristiani di Filippi come il più caro dei discepoli (“non ho nessuno d’animo uguale al suo”: Fil 2,20). La 2Tm viene considerata come il testamento spirituale lasciato a questo discepolo prediletto che seguì Paolo “da vicino nell’insegnamento, nella condotta, nella fede, nella magnanimità, nell’amore del prossimo, nella pazienza, nelle persecuzioni, nelle sofferenze”. Secondo una tradizione tardiva. Timoteo mori martire a Efeso nel 97. La chiesa lo ricorda il 26 gennaio, insieme a Tito.

Tito. Accompagnatore di Paolo all’importante assemblea di Gerusalemme, è il rappresentante dei pagani convertiti (Gal 2,1). Durante il terzo viaggio missionario viene inviato a Corinto per risolvere la difficile crisi della comunità (2Cor 7,5-7), incarico che svolse con successo. Secondo l’omonima lettera, Paolo lo avrebbe lasciato a Creta per stabilire presbiteri sulle diverse comunità; avrebbe quindi dovuto raggiungere l’Apostolo a Nicopoli (Tt 3,12). Poco prima della ******* di Paolo, Tito adempie il ministero in Dalmazia (2Tm 4,10). Un’antica tradizione riferisce che egli sarebbe morto a Creta in età molto avanzata. La chiesa lo ricorda il 26 gennaio, insieme a Timoteo.

Trofimo.
Discepolo di origine pagana, è accanto a Paolo negli ultimi anni di apostolato. Ammalatosi a Mileto non poté seguirlo fino a Roma (2Tim 4,20). Trofimo fu la causa indiretta dell’arresto di Paolo: stando al racconto lucano, i giudei lo avevano visto in sua compagnia per la città e avevano pensato che l’Apostolo lo avesse introdotto nell’area dei tempio riservata agli israeliti.

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Messaggio  Lucy Mar Dic 02, 2008 7:13 pm

O Dio, nostro Signore e Padre,
per intercessione di san Paolo apostolo
noi ti preghiamo.

Santifica le nostre famiglie
e fa’ di esse autentici focolari
di educazione alla vita cristiana.
Accendi nel cuore di tanti giovani
il desiderio di servirti come Paolo
diffondendo il santo Vangelo.

Manda alla tua Chiesa
numerosi e santi sacerdoti,
testimoni credibili del tuo amore.
Fa’ che la nostra Chiesa
in questo anno dedicato a san Paolo
cresca nell’amore a Te e ai fratelli.
Amen!

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Messaggio  Lucy Mar Dic 02, 2008 7:16 pm

Preghiera che il Beato Giacomo Alberione nel 1944, rivolge a San Paolo
come “supplica universale” per le necessità spirituali e apostoliche dei suoi
“figli e discepoli”. Essa è intessuta di riferimenti alle lettere paoline.


O santo Apostolo,
che con la tua dottrina e la tua carità
hai ammaestrato il mondo intero,
volgi lo sguardo sopra di noi,
tuoi figli e discepoli.
Tutto aspettiamo dalla tua preghiera
presso il Maestro divino
e presso Maria, Regina degli Apostoli.
Fa’, o Dottore delle genti,
che viviamo di fede,
che ci salviamo per la speranza,
che sola regni in noi la carità.
Ottienici, o Vaso di elezione,
docile corrispondenza alla grazia divina,
affinché essa in noi non rimanga infruttuosa.
Fa’ che possiamo sempre meglio conoscerti, amarti, imitarti;
che siamo le membra vive della Chiesa,
corpo mistico di Gesù Cristo.
Suscita molti e santi apostoli. Passi sul mondo
il caldo soffio della vera carità.
Fa’ che tutti conoscano e glorifichino
Iddio e il Maestro divino, Via e Verità e Vita.
E tu, o Signore Gesù, che conosci
come non abbiamo fiducia alcuna nelle nostre forze,
per la tua misericordia,
concedici di essere difesi contro ogni cosa avversa
dalla potente intercessione di San Paolo,
nostro maestro e padre.
Amen.

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San Paolo di Tarso Empty Per ottenere la pazienza

Messaggio  Lucy Mar Dic 02, 2008 7:18 pm

Preghiera (liberamente adattata) composta dal Beato Giacomo Alberione
per chiedere a Dio per intercessione dell’Apostolo, il dono della pazienza
nelle difficoltà spirituali e apostoliche.


O glorioso san Paolo,
che da persecutore del nome cristiano
sei divenuto un Apostolo ardente per zelo,
e che, per far conoscere Gesù
fino agli estremi confini del mondo,
hai sofferto carcere, flagellazioni, lapidazioni,
naufragi e persecuzioni di ogni genere,
e infine hai versato
fino all’ultima goccia il tuo sangue,
donaci di accogliere,
della divina misericordia,
le infermità, le tribolazioni della vita presente,
affinché le vicissitudini e le sofferenze
non ci raffreddino nel servizio di Dio,
ma ci rendano sempre consapevoli del suo amore.
Amen.

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San Paolo di Tarso Empty Preghiera per l'Oriente

Messaggio  Lucy Mar Dic 02, 2008 7:20 pm

Questa preghiera (liberamente adattata) è composta dal Beato Giacomo
Alberione nel 1949, rispecchia la sua preoccupazione apostolica per tutti, in
particolare , in questo caso, per i popoli dell’Estremo Oriente.



O Santo Apostolo Paolo,
vaso di grazia e Dottore delle Genti,
con la tua carità
dal Cielo guarda tutti i popoli
che vivono in questo Oriente
e che non conoscono il Vangelo.
Tu fosti l’Apostolo,
il difensore e l’amico dei Gentili:
sii ora il loro perpetuo Protettore.
Suscita Missionari per queste Nazioni,
accendeteli del vostro zelo,
benedite chi si dedica all’apostolato della stampa,
del cinema, della radio
e di tutti i mezzi di comunicazione.
Disponi tutti ad accogliere il Vangelo.
e incontrare Cristo Maestro.
Sorgano dei buoni pastori;
fioriscano Istituti Religiosi;
e molti Santi profumino queste terre.
L’Oriente tutto canti
Gesù Cristo Via, Verità e Vita;
ovunque risuoni il nome di Maria.
Ed anche questi popoli
Possano ricevere le promesse di Dio.
Amen.


Ultima modifica di Lucy il Mar Dic 02, 2008 7:22 pm - modificato 1 volta.

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San Paolo di Tarso Empty Per la propria Nazione

Messaggio  Lucy Mar Dic 02, 2008 7:22 pm

Preghiera del Beato Giacomo Alberione composta nel 1952 e diretta alla
nazione italiana e successivamente estesa a tutti i popoli.


O san Paolo, maestro delle genti,
guarda con amore
a questa nazione e ai suoi figli.
Il tuo cuore si dilatò
per accogliere e abbracciare
tutti i popoli nell’orizzonte della pace.
Ora, dal cielo, la carità di Cristo ti spinga
a illuminare tutti con la luce del Vangelo
e a stabilire il regno dell’amore.
Suscita vocazioni;
conforta gli operai evangelici;
rendi tutti i cuori docili al Maestro divino.
Questo popolo trovi sempre più in Cristo
la via e la verità e la vita;
risplenda la sua luce innanzi al mondo
e cerchi sempre il regno di Dio
e la sua giustizia.
O santo Apostolo, illuminaci,
confortaci, benedici noi tutti.
Amen.

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